Dalle parole ai fatti. E' passato un anno e mezzo dalla chiusura della sesta edizione de "I luoghi del cuore", lanciata lo scorso maggio dal "Fondo ambiente italiano" e Intesa Sanpaolo. Si tratta di un censimento su scala nazionale che, in base alle segnalazioni dei cittadini (ne sono arrivate oltre un milione), ha stilato una lista di tutti quei beni, monumenti o siti archeologici degradati, spesso dimenticati, ma da valorizzare e, soprattutto, tutelare per il futuro. Una volta stilato l'elenco definitivo (che conta centinaia di posti diversi da un versante all'altro del Paese), il Fai ha stabilito in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali una serie di criteri per la definizione degli interventi da attuare per la valorizzazione dei siti più segnalati. Si tratta di verie e proprie "Linee guida" che prevedono uno stanziamento di fondi (forniti dallo stesso Fai e da Intesa Sanpaolo) per diciassette regioni diverse, in base alla qualità dei progetti proposti, possibilità di effettuare azioni significative e durature, la valenza storico- artistica o naturalistica dei luoghi e urgenza del lavoro. Fondi immediati per progetti effettivi quindi, che ammontano a 400 mila euro, sparsi per una Top 19 di siti più "meritevoli" (130 mila per i primi tre classificati e 270 mila sparsi agli altri sedici). Tra questi, la Campania rientra con tre siti: il Museo di Totò alla Sanità, la chiesa di Salvatore dè Birecto ad Atrani (Salerno) ed i campi "biodiversi" sul Monte Somma (lato Pollena Trocchia).
Per il primo sito (che ha ricevuto oltre 43 mila segnalazioni), al terzo e quarto piano del Palazzo dello Spagnolo a via Vergini, sono stati stanziati 30 mila euro. Da oltre un decennio si attende invano l'apertura del museo di Totò: la Regione è proprietaria dell'appartamento di oltre quattromila metri quadri, che dovrebbe ospitare la collezione dell'associazione "Antonio de Curtis in arte Totò", strettamente legata alla famiglia dell'attore, che nacque proprio in questo rione, a via Santa Maria Antesaecula nel 1898. L'intervento del Fai e di Intesa Sanpaolo è dunque volto all'elaborazione di un progetto di allestimento (sulla base di quello museologico che verrà realizzato dal dipartimento di Studi Umanistici della Federico II) che sappia "raccontare in modo coinvolgente la figura e l'opera di Totò e che abbia l'obiettivo di esaltare, anche grazie all'utilizzo di tecniche e supporti multimediali, tutti i materiali storici appartenuti all'artista (autografi, spartiti, costumi), coniugandoli con inserti audio e video". Ma la tanto attesa inaugurazione non è ancora dietro l'angolo. Interviene la burocrazia, che riporta la diversa proprietà dell'immobile e delle collezioni custodite (ossia Regione e associazione culturale) e, soprattutto, la mancanza di garanzie concrete sulla futura gestione e sostenibilità economica del luogo. Fai e Intesa Sanpaolo hanno quindi deciso di concedere il contributo ma vincolandolo alla costituzione di una Fondazione a cui legare formalmente la proprietà degli spazi e dell'allestimento. Articolo tratto da napoli.repubblica.it |
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